| 038..:: 26.10.2013   
					 Nella foto, la soprano, Luciana Distante.Proseguiamo questo «percorso musicale» a 
					cura di Luciana Distante, soprano. E' una iniziativa 
					dell'Assodolab riservata a coloro che amano la "buona 
					musica" e gli "autori del passato" che ci accompagnerà per tutto l'anno 2013 su 
					queste pagine web del nostro Supplemento di informazione 
					on-line 
					www.lasestaprovinciapugliese.it  La prossima uscita sarà il prossimo sabato. La Redazione Prof. Agostino Del Buono    Regione Puglia, LECCE..:: Rigoletto rappresenta un 
					punto di svolta sia dal punto di vista poetico che 
					stilistico nella produzione verdiana; è un’opera spartiacque 
					che si pone tra opera e dramma cioè tra i canoni 
					tradizionali codificati da Rossini e una nuova concezione 
					del teatro in musica. Le strutture classiche dell’opera italiana di primo 
					Ottocento erano basate sull’integrazione tra azione e 
					riflessione, tra sezioni cinetiche e sezioni statiche in 
					nome di un continuum musicale. Queste strutture di 
					ascendenza rossiniana vengono riprese da Verdi sin 
					dall’inizio della sua carriera operistica, ma è a partire da 
					Rigoletto che esse assolvono a una nuova esigenza artistica: 
					la centralità della vicenda drammatica. Questa nuova 
					esigenza porta Verdi a utilizzare le strutture classiche in 
					una maniera nuova poiché esse all’occorrenza vengono 
					giustificate drammaturgicamente.
 “Le roi s’amuse” di Victor Hugo da cui l’opera è tratta, 
					rappresenta nella storia della cultura europea una nuova 
					idea di teatro inteso come specchio della realtà, fusione di 
					grottesco e sublime, tragedia e commedia, in altri termini 
					di una dimensione ambivalente dell’essere umano. Pertanto 
					nella scelta del soggetto è racchiusa già una presa di 
					posizione: Verdi, aderendo a questi orientamenti estetici, 
					trova nell’innovazione del soggetto l’impulso per uno 
					svecchiamento delle convenzioni del melodramma italiano.
 Rigoletto è un personaggio complesso, dotato di un 
					sorprendente spessore psicologico, e Verdi, nel trattarlo in 
					musica, si rende conto che non basta “accomodare” le 
					strutture chiuse, se necessario bisogna romperle. Per 
					rispondere a questa necessità il compositore lascia spazio 
					alla parola, usa il declamato per esprimere la doppia natura 
					del personaggio, buffone crudele alla corte di Mantova e 
					allo stesso tempo padre affettuoso di Gilda. Questa doppia 
					natura del protagonista, si riflette nella dualità 
					interno-esterno, giorno-notte della scena. Le nuove 
					soluzioni apportate da Verdi sembrano avvicinarlo al dramma 
					musicale wagneriano; nonostante la distanza tra la 
					tradizione italiana e quella tedesca è possibile riscontrare 
					una convergenza nel dato empirico.
 Verdi, mediante l’uso dei temi ricorrenti, assesta l’unità 
					drammaturgica e questo procedimento sembra avvicinare il 
					compositore italiano alla tecnica del leitmotiv wagneriano 
					con la differenza che non si tratta di temi conduttori che 
					stendono sull’intera opera una serie di riflessioni 
					musicali, ma di procedimenti microstrutturali che uniscono 
					il prima e il dopo della partitura, ricordi e presagi allo 
					stesso tempo. Tema musicale ricorrente per eccellenza è la 
					maledizione che mediante precisi richiami o allusioni, 
					traccia un arco concettuale che si stende lungo tutta 
					l’opera.
 La celebre e giocosa aria del Duca “La donna è mobile” 
					esplode in tutta la carica drammatica quando ritorna nel 
					finale dell’opera ad annunciarci che la tragedia tanto 
					temuta, si è inevitabilmente consumata: il contrasto 
					fortissimo tra dramma e ilarità, assurge in tutta la sua 
					prepotenza. L’esempio appena riportato mostra anche come 
					Verdi ottenga certi effetti con semplicità e immediatezza; 
					l’orecchiabilità di quest’aria permette al pubblico di 
					intuire all’istante l’avvenuta tragedia.
 Lo stesso non si può dire dei leitmotiv wagneriani poiché 
					essi sono accessibili a un pubblico colto musicalmente. Un 
					altro elemento che avvicina Rigoletto al dramma è la 
					strumentazione, a volte l’orchestra assume un ruolo tematico 
					indipendente verso le voci che dialogano per definirne lo 
					stato d’animo, ad esempio nel tema scattante che contorna 
					l’incontro di Rigoletto e Gilda nel primo atto “Figlia, Mio 
					padre”. Le necessità drammatiche spingono Verdi ad aumentare 
					la complessità e la funzione intrecciata della 
					strumentazione e nel potenziare il ruolo dell’orchestra 
					Verdi si avvicina al compositore tedesco che mirava a una 
					più stretta relazione tra l’elemento melodico e quello 
					sinfonico.
 Rigoletto tra opera e dramma dunque, poiché seppure l’opera 
					presenta una struttura sostanzialmente classica, la 
					centralità della vicenda drammatica e la stretta aderenza 
					tra azione e musica conducono a soluzioni simili a quelle di 
					una tradizione musicale distante da quella italiana: il 
					dramma musicale wagneriano.
 
   Luciana Distante     
					   
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