| 035 ..:: 30.09.2022     
					 ..:: Sopra, una cartolina storica, firmata 
					nel 1904 dal violinista e compositore Eugène Ysaÿe. 
 
 
 
TRINITAPOLI ..:: Les Furies (Allegro 
					furioso), mostra una scrittura virtuosistica, imperniata su 
					repentini spostamenti dinamici e improvvisi cambiamenti 
					timbrici. L’autore fa uso del doppio metro (2/4 - 3/4), come 
					indicato. Possiamo distinguere all’interno del movimento tre 
					sezioni secondo una struttura A-B-A. La sezione A (mis. 
					1-40), strutturata essenzialmente sul metro binario, a meno 
					di sporadiche e brevi variazioni, è caratterizzata dall’uso 
					massiccio di doppie corde e di accordi marcati e scanditi 
					mediate l’utilizzo di accenti e di numerose pause di croma e 
					semicroma. Il carattere impetuoso del movimento è evidente 
					sin dalle prime battute, nell’impiego di sonori accordi 
					dissonanti sempre più in acuto. A mis. 27-31, il basso e la 
					voce acuta si alternano nell’esposizione del tema del «Dies 
					Irae» notiamo che il metro è diventato binario a mis. 24. 
					Dopo la ripresa del tema iniziale a mis. 32, il tempo si va 
					dilatando sino alle crome a mis. 38-39. L’ultima croma 
					pizzicata è seguita dal silenzio dell’intera battuta di 
					pausa successiva. Si tratta di un periodo di collegamento 
					tra le sezioni A e B. 
 Figura 1. Ysaÿe, Preludio Op.27 n.2, III 
					wov. 
 
La sezione B, che è fondamentalmente 
					caratterizzata da un metro ternario, si apre a misura 41 con 
					un “bariolage” su due corde in «pianissimo», in cui il basso 
					espone una trasposizione del tema originale del «Dies Irae». 
					L’autore segnala l’uso dell’effetto del “ponticello”, 
					alternato all’ordinario: la fantasmagorica e spettrale 
					qualità sonora prodotta da questo effetto rimanda 
					l’ascoltatore in un’aura di mistero, plasmando nella sua 
					mente un’immagine impressionistica ed evanescente. Questa particolare atmosfera è bruscamente interrotta dal 
					fortissimo a mis. 48 con rapidi e grezzi arpeggi legati 
					nell’arco spazzati su tutte le quattro corde, con contrasti 
					dinamici alternati “fortissimo-pianissimo”. Un nuovo brusco 
					cambiamento di scenario si ha nel pianissimo a mis. 56, in 
					cui ricompare l’enigmatico carattere del periodo precedente, 
					con un’alternanza “ordinario-ponticello-ordinario”; 
					similmente al periodo precedente, osserviamo un netto 
					troncamento sugli arpeggi su quattro corde a mis. 62. Le mis. 
					72-75 ci conducono, mediante un “bariolage” e in crescendo, 
					al forte di mis. 76, in cui viene ristabilita la tonalità 
					iniziale con l’accordo di settima di sensibile di la minore.
 
 Figura 2. Ysaÿe, Preludio Op.27 n.2, III 
					wov. 
					   Osserviamo che ancora il tema del «Dies Irae» 
					serpeggia tra le note del “bariolage” che caratterizza le 
					prime battute della coda. Ciascuna misura mostra una 
					dinamica sempre più possente e intensa, con slanciate 
					divergenze intervallari e spiccati salti di registro. La 
					massima potenza di questo discorso musicale è raggiunta 
					dalla forte intensità del “Lento” di mis. 95, cui segue 
					immediatamente l’«a tempo» di mis. 96, e il movimento si 
					conclude quindi con uno spigliato e sfavillante virtuosismo.
					
 Figura 3. Ysaÿe, Preludio Op.27 n.2, III 
					wov. 
					   Antonella Defrenza
     
					
 
					  
 
           
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