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					SOVERATO :: Le 
					molteplici e profonde trasformazioni della società in cui 
					viviamo, sul piano culturale, sociale ed economico, pongono 
					ai sistemi scolastici nuove domande formative. La sfida che 
					la scuola deve affrontare oggi è quella di preparare persone 
					in grado di soddisfare nella vita varie esigenze: essere 
					cittadini attivi che partecipano alla società, essere in 
					grado di inserirsi con successo nel mercato del lavoro e 
					garantire, altresì, ai giovani, l’acquisizione delle 
					competenze necessarie per vivere in una “società della 
					conoscenza” definita liquida (Bauman) e “villaggio globale” 
					(mc Luhan).Il programma “Istruzione e formazione 2020” è un quadro 
					strategico il cui scopo essenziale è incoraggiare il 
					miglioramento dei sistemi d'istruzione e di formazione 
					nazionali, i quali devono fornire i mezzi necessari per 
					porre tutti i cittadini nelle condizioni di realizzare 
					appieno le proprie potenzialità, nonché garantire una 
					prosperità economica sostenibile e l'occupabilità, in tutti 
					i contesti, siano essi non formali o informali.
 Il quadro dovrebbe affrontare, in particolare, i seguenti 
					quattro obiettivi strategici: fare in modo che 
					l'apprendimento permanente e la mobilità divengano una 
					realtà in applicazione ai principi sanciti nella Carta 
					europea di qualità per la mobilità; migliorare la qualità e 
					l'efficacia dell'istruzione e della formazione tutti i 
					cittadini devono essere in grado di acquisire le competenze 
					fondamentali; promuovere l'equità, la coesione sociale e la 
					cittadinanza attiva le politiche d'istruzione e di 
					formazione devono affrontare lo svantaggio educativo 
					fornendo un'istruzione di qualità elevata e inclusiva; 
					incoraggiare la creatività e l'innovazione, inclusa 
					l'imprenditorialità, a tutti i livelli dell'istruzione e 
					della formazione e garantire il buon funzionamento del 
					triangolo della conoscenza (istruzione/ricerca/innovazione), 
					promuovere i partenariati tra il mondo imprenditoriale e gli 
					istituti di formazione e incoraggiare comunità di 
					insegnamento più ampie, comprendenti rappresentanti della 
					società civile e altre parti interessate.
 Il sistema formativo italiano è stato oggetto di un ampio 
					processo di ristrutturazione, non ancora giunto a termine, 
					in cui hanno operato contemporaneamente due principi 
					riformatori:
 il principio di sussidiarietà, un ampio decentramento 
					amministrativo che ha fatta salva l'autonomia didattica e 
					organizzativa delle istituzioni scolastiche; la coerenza con 
					gli orientamenti europei, miglioramento del livello 
					formativo generale mediante l'innalzamento dei tassi di 
					partecipazione alle attività di formazione nella prospettiva 
					della life-long-learning.
 Le leggi introdotte a partire dal 1997 in materia di 
					decentramento hanno profondamente modificato la ripartizione 
					delle competenze tra lo Stato e le Regioni.
 Da qui deriva l'ampliamento dell'offerta formativa, 
					l'ammodernamento dei curricoli, la prospettiva 
					dell'integrazione tra i diversi sistemi (istruzione, 
					formazione, lavoro, vita sociale), la definizione di un 
					sistema di certificazione delle competenze valido a livello 
					nazionale, la trasparenza di tutte le certificazioni, il 
					riconoscimento dei crediti.
 In materia di istruzione scolastica lo Stato e le Regioni 
					hanno competenza legislativa concorrente.
 L'art. 117 della Costituzione attribuisce allo Stato la 
					competenza legislativa esclusiva per quanto riguarda le 
					norme generali dell'istruzione e la determinazione dei 
					livelli essenziali di prestazione e attribuisce alle Regioni 
					la competenza legislativa esclusiva sul sistema di 
					istruzione e formazione professionale, nel rispetto dei 
					livelli essenziali di prestazione, stabiliti dallo Stato, e 
					fatti salvi i compiti di raccordo con l'Unione europea.
 L’autonomia scolastica (legge 59/97) costituisce 
					indubbiamente la più importante riforma scolastica degli 
					ultimi venti anni, perché disegna sul piano giuridico una 
					scuola non più dipendente dal centralismo burocratico. Con 
					la riforma del Titolo V della Costituzione l’autonomia 
					scolastica ha addirittura assunto il rango costituzionale. 
					Il regolamento dell’autonomia scolastica (DPR 275/99) 
					costituisce la carta di identità della scuola, la cornice 
					giuridica che può permetterne lo sviluppo, per il quale è 
					indispensabile l’impegno politico, culturale e didattico dei 
					decisori politici, degli amministratori regionali, 
					provinciali e comunali e delle singole istituzioni 
					scolastiche.
 L’Atto di indirizzo Miur emanato per l'anno 2012 In data 8 
					novembre 2011 ha stabilito le priorità politiche e dettato 
					le linee per la programmazione delle attività e il processo 
					di pianificazione strategica del Ministero per il prossimo 
					anno. Nel triennio 2012-2014, il Ministero sarà impegnato 
					principalmente a realizzare le seguenti priorità: dare piena 
					attuazione della riforma del I e del II ciclo, nonché dei 
					percorsi post-secondari con particolare riferimento agli ITS; 
					sviluppare, in coerenza con gli obiettivi della Commissione 
					europea, le azioni di valutazione della performance del 
					sistema scolastico, con particolare riferimento agli 
					apprendimenti e alle competenze degli alunni. Proseguire ed 
					incrementare le sperimentazioni dei sistemi di valutazione 
					delle scuole, dei dirigenti scolastici e dei docenti 
					nell’ambito di una scuola meritocratica; assicurare il 
					mantenimento degli obiettivi di contenimento e 
					razionalizzazione della spesa del sistema scolastico; 
					proseguire e sviluppare le azioni di orientamento scolastico 
					e professionale, di educazione alla cittadinanza e alla 
					legalità, di contrasto alla dispersione scolastica; 
					unificare i sistemi informativi al fine di creare un unico 
					centro di raccolta, analisi e diffusione dei dati e 
					implementazione del Piano scuola digitale; attuare la 
					riforma dell’Università anche al fine di rafforzare il 
					sistema di valutazione dell’offerta formativa e le politiche 
					di valutazione del merito; sostenere e qualificare la 
					ricerca pubblica per l’economia della conoscenza, 
					dell’innovazione e del recupero di competitività del sistema 
					paese e porre in essere una forte iniziativa di contrasto 
					alla crisi economica; razionalizzare e ottimizzare l’offerta 
					formativa delle istituzioni di Alta Formazione Artistica, 
					Musicale e Coreutica e valorizzare i poli di eccellenza. 
					Viene altresì evidenziata nell’Atto di Indirizzo per il 
					2012, la necessità di continuare le azioni per la 
					realizzazione di una strategia di sviluppo della dimensione 
					europea dell’educazione anche sulla strada tracciata dal 
					protocollo di Lisbona e dando attuazione agli obiettivi 
					perseguiti dal programma ET 2020, che abbracciano tutti i 
					tipi di istruzione e formazione e tutte le fasi 
					dell’apprendimento permanente.
 «Diritto allo studio» vuol dire dare a tutti e a ciascuno la 
					possibilità di accedere all’istruzione,garantendo la qualità 
					dell’apprendimento che ogni studente riceve nel suo 
					percorso. Il diritto allo studio è una tematica che oggi è 
					affiancata al tema del «welfare». Ciò significa rendere lo 
					studente in grado di vivere l’ambiente scolastico al massimo 
					della qualità che esso può esprimere, garantendo protezione 
					ai soggetti che sono più svantaggiati in diversi modi:dalla 
					gratuità o dall’abbattimento dei costi per alcuni 
					servizi,alla possibilità di accedere a nuove forme di 
					cultura e sapere.
 Le normative che definiscono il diritto allo studio partono 
					da quei principi fondamentali stabiliti con gli articoli 33 
					e 34 della Costituzione.
 Art. 33. Art. 34. «La scuola è aperta a tutti. L'istruzione 
					inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e 
					gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, 
					hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. 
					La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di 
					studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che 
					devono essere attribuite per concorso».
 Il concetto di diritto intende quindi quei provvedimenti che 
					tendono a realizzare l’obiettivo di innalzare la qualità e 
					forti investimenti a sostegno della garanzia per gli 
					studenti di poter stare bene nella propria scuola, liberi di 
					scegliere il proprio percorso educativo, di concretizzare le 
					proprie aspettative e realizzare i propri sogni.
 Necessitano competenze di base (Literacy and foundation 
					skills),quindi, ma anche le competenze a carattere non 
					cognitivo (non-cognitive skills) come la creatività, il 
					pensiero critico, il problem solving e la capacità di 
					lavorare in gruppo: competenze di tipo generativo, 
					trasferibili, finalizzate al loro utilizzo pragmatico nel 
					mondo.
 Ne consegue la necessità di una scuola di qualità, 
					realizzata attraverso la “essenzializzazione” e la 
					“razionalizzazione” dell’intero quadro normativo (Piano 
					programmatico, Dpr 15 marzo 2010).
 Alla luce dei bisogni formativi emersi dalle rilevazioni 
					INVALSI, le recentissime riforme del sistema hanno 
					ripensato, oltre alle conoscenze e competenze 
					contenutistiche, anche ai 4 pilastri dell’apprendimento: 
					saper ragionare in modo logico e giudicare autonomamente, 
					saper fare, sapersi relazionare; saper imparare in modo 
					continuo.
 Il curricolo organizza e descrive questo percorso formativo 
					che lo studente compie, dalla scuola dell'infanzia alla 
					scuola secondaria, nel quale si intrecciano e si fondono i 
					processi cognitivi e quelli relazionali. L’unitarietà del 
					percorso non dimentica la peculiarità dei diversi momenti 
					evolutivi nei quali l’avventura dell’ apprendimento si 
					svolge, che vedono un progressivo passaggio dall’imparare- 
					facendo, alla capacità sempre maggiore di riflettere e 
					formalizzare l’esperienza, attraverso la ri-costruzione 
					degli strumenti culturali e la capacità di utilizzarli 
					consapevolmente come chiavi di lettura della realtà.
 In virtù del Dlgs 265/2001 art 25 Il DS assicura la gestione 
					unitaria dell’istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è 
					responsabile della gestione delle risorse finanziarie e 
					strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle 
					competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al 
					ds autonomi poteri di direzione, coordinamento, 
					valorizzazione delle risorse umane. In particolare il ds 
					organizza l’attività scolastica secondo criteri di 
					efficienza e di efficacia formative ed è titolare delle 
					relazioni sindacali. Nell’esercizio di queste competenze il 
					ds promuove gli interventi per assicurare la qualità dei 
					processi formativi e la collaborazione delle risorse 
					culturali, professionali, sociali ed economiche del 
					territorio, per l’esercizio della libertà di insegnamento, 
					intesa anche come libertà di scelta educativa delle famiglie 
					e per l’attuazione del diritto all’apprendimento da parte 
					degli alunni. Nell’ambito delle funzioni attribuite alle 
					istituzioni scolastiche, spetta al ds l’adozione dei 
					provvedimenti di gestione delle risorse e del personale.
 In un clima di democrazia partecipata attiva, il DS sarà 
					propulsivo di obiettivi condivisi, attraverso 
					l’instaurazione di relazioni collaborative di sostegno e di 
					guida: si prefigura un modello organizzativo dinamico in 
					rete (DPR 275/99, art 7 e 9), non gerarchico e decisionale, 
					ma basato su elementi di diffusione, sensibilizzazione e 
					divisione dei ruoli. Si pone in essere, in tale contesto, 
					l’attività negoziale, del dirigente scolastico, (Art.33 del 
					D.I. n. 44/01), che consente «la stipula di protocolli 
					d’intesa inter-istituzionali e non, accordi, convenzioni e 
					contratti di prestazione d’opera» (art. 2230 e ss. del 
					codice civile), partecipazione della scuola ad iniziative 
					che comportino il coinvolgimento di agenzie, enti, 
					Università, associazioni socio-artistico-culturali, di 
					volontariato e che si configura come una reale capacità di 
					confronto e interazione con gli enti locali, le istituzioni, 
					le organizzazioni sociali, e le associazioni operanti 
					nell’ambito territoriale di competenza. L'autonomia di 
					RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO comporta la possibilità 
					di studi ed elaborazioni su tutte le materie che riguardano 
					la progettazione e la valutazione, la formazione degli 
					operatori, la documentazione e l'integrazione tra i diversi 
					soggetti presenti sul territorio.
 Pertanto consideriamo l'unità scolastica come SISTEMA 
					FORMATIVO INTEGRATO dotato di strutture e funzioni, aperto, 
					in interazione con un preciso contesto socio economico 
					culturale.
 Ai sensi del citato DPR 275/99 l’autonomia DIDATTICA 
					comporta la costruzione di "percorsi formativi funzionali 
					alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita 
					educativa di tutti gli alunni", che "riconoscono e 
					valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di 
					ciascuno, adottando tutte le iniziative utili al 
					raggiungimento del successo formativo".
 L'autonomia ORGANIZZATIVA comporta la possibilità di 
					adattare, in funzione del Piano dell'offerta formativa, il 
					calendario scolastico, l'orario del curricolo e delle 
					singole discipline.
 ll Ds è tenuto, quindi, ad adottare strategie e decisioni 
					idonee e coerenti, sia amministrativo-gestionali, quanto 
					pedagogico-didattiche e controllare, altresì, la qualità dei 
					processi formativi in atto. La Legge 4 marzo 2009 n.15 e il 
					Dlsg 150/2009 comportano implicazioni in materia di 
					responsabilità del personale e accountability della scuola.
 E’ evidente, inoltre, che il D.I. n. 44 dell’1/2/2001, 
					emanato in conformità a quanto stabilito dal comma 2 
					dell’art. 21 della legge delega 59/1997, nasce dalla 
					necessità di fornire alle scuole autonome strumenti per una 
					gestione amministrativo-contabile più agile e rispondente ai 
					principi dell’autonomia: semplificazione, decentramento e 
					flessibilità. Le strategie progettuali definite nel POF e 
					condivise da tutti gli operatori scolastici vengono tradotte 
					dal Dirigente Scolastico in termini finanziari nel 
					«Programma annuale». Si pone in essere, pertanto, 
					l'integrazione tra progettazione didattica e progettazione 
					finanziaria.
 «La valutazione» è considerata in «un’ottica di sistema», 
					come strumento necessario alla gestione della complessità 
					dei processi formativi ed elemento strategico che garantisce 
					il costante miglioramento dell’offerta formativa.
 
 
					
					Cafa
 
					
					  
 
 
 
					  
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