| 014..:: 29.02.2012   
					 
					..:: Nella foto, il prof. Giovanni Campagnolo.  ACATE - RG ..:: La matematica intesa come “educazione 
					matematica” contribuisce alla formazione del pensiero nei 
					suoi vari aspetti: di intuizione, di immaginazione, di 
					progettazione, di ipotesi e deduzione, di controllo e quindi 
					di verifica o smentita. Essa tende a sviluppare, in modo 
					specifico, concetti, metodi e atteggiamenti utili a produrre 
					le capacità di ordinare, quantificare e misurare fatti e 
					fenomeni della realtà e a formare le abilità necessarie per 
					interpretarla criticamente e per intervenire consapevolmente 
					su di essa.
 L’insegnamento della matematica nella scuola elementare così 
					come nella scuola secondaria di primo grado è stato per 
					lungo tempo condizionato dalla necessità di fornire 
					precocemente all’alunno strumenti indispensabili per le 
					attività pratiche. Con il dilatarsi dell’istruzione si è 
					avuta la possibilità di puntare più decisamente verso 
					obiettivi di carattere formativo. In questa situazione, che 
					offriva una più ampia libertà progettuale, l’insegnamento 
					della matematica, in quasi tutti i paesi del mondo, si è 
					orientato verso l’acquisizione diretta di concetti e 
					strutture matematiche ed ha promosso anche in Italia una 
					intensa attività di sperimentazione. La vasta esperienza 
					compiuta ha però dimostrato che non è possibile giungere 
					all’astrazione matematica senza percorrere un lungo 
					itinerario che collega l’osservazione della realtà, 
					l’attività di matematizzazione, la risoluzione dei problemi, 
					la conquista dei primi livelli di formalizzazione. La più 
					recente ricerca didattica, attraverso un’attenta analisi dei 
					processi cognitivi in cui si articola l’apprendimento della 
					matematica, ne ha rilevato la grande complessità, la 
					gradualità di crescita e linee di sviluppo non univoche. In 
					questo contesto si è constatato che anche gli algoritmi 
					(cioè, i procedimenti ordinati) di calcolo e lo studio delle 
					figure geometriche hanno una valenza formativa ben al di là 
					delle utilizzazioni pratiche che un tempo giustificavano il 
					loro inserimento nei programmi.
 Il pensiero matematico è caratterizzato dall’attività di 
					risoluzione di problemi e ciò è in sintonia con la 
					propensione dell’alunno a porre domande e a cercare 
					risposte. Di conseguenza le nozioni matematiche di base 
					vanno fondate e costruite partendo da situazioni 
					problematiche concrete, che scaturiscono da esperienze reali 
					del fanciullo e che offrano anche l’opportunità di accertare 
					quali apprendimenti matematici egli ha in precedenza 
					realizzato, quali strumenti e quali strategie risolutive 
					utilizza e quali sono le difficoltà che incontra. Occorre 
					evitare, peraltro, di procedere in modo episodico e non 
					ordinato e tendere invece ad una progressiva organizzazione 
					delle conoscenze.
 Lo sviluppo del concetto di numero naturale va stimolato 
					valorizzando le precedenti esperienze degli alunni nel 
					contare e nel riconoscere simboli numerici, fatte in 
					contesti di gioco e di vita familiare e sociale. Va tenuto 
					presente che l’idea di numero naturale è complessa e 
					richiede pertanto un approccio che si avvale di diversi 
					punti di vista (ordinalità, cardinalità, misura, ecc.); la 
					sua acquisizione avviene a livelli sempre più elevati di 
					interiorizzazione e di astrazione durante l’intero corso di 
					scuola elementare, e oltre.
 La formazione delle abilità di calcolo va fondata su modelli 
					concreti e strettamente collegata a situazioni 
					problematiche. Con ciò non si intende sottovalutare 
					l’importanza della formazione di alcuni automatismi 
					fondamentali (quali le tabelline, ad esempio) da concepire 
					come strumenti necessari per una più rapida ed essenziale 
					organizzazione degli algoritmi di calcolo. In effetti, la 
					conoscenza di tali algoritmi, insieme all’elaborazione di 
					diverse procedure e strategie del calcolo mentale, 
					contribuisce anche alla costruzione significativa della 
					successione degli interi naturali e di altre importanti 
					successioni numeriche (pari, dispari, multipli, ecc.).
 Parlando della geometria, va vista inizialmente come 
					graduale acquisizione delle capacità di orientamento, di 
					riconoscimento e di localizzazione di oggetti e di forme e, 
					in generale, di progressiva organizzazione dello spazio, 
					anche attraverso l’introduzione di opportuni sistemi di 
					riferimento. L’itinerario geometrico, tenendo alla 
					sistemazione delle esperienze spaziali dell’allievo, si 
					svilupperà attraverso la progressiva introduzione di 
					rappresentazioni schematiche degli aspetti della realtà 
					fisica; dallo studio e dalla realizzazione di modelli e 
					disegni si perverrà alla conoscenza delle principali figure 
					geometriche piane e solide e delle loro trasformazioni 
					elementari. Particolare attenzione deve essere posta ai 
					concetti fondamentali di lunghezza, area, volume, angolo, 
					parallelismo, perpendicolarità. Consistente rilievo dovranno 
					avere, altresì, l’introduzione delle grandezze e l’uso dei 
					relativi procedimenti di misura, da far apprendere anch’essi 
					in contesti esperienziali e problematici e in continuo 
					collegamento con l’insegnamento delle scienze.
 Infine l’educazione logica, più che oggetto di un 
					insegnamento esplicito e formalizzato, deve essere argomento 
					di riflessione e di cura continua dell’insegnante, a cui 
					spetta il compito di favorire e stimolare lo sviluppo 
					cognitivo del fanciullo, scoprendo tempestivamente eventuali 
					difficoltà e carenze. Particolare cura sarà rivolta alla 
					conquista della precisione e della completezza del 
					linguaggio, tenendo conto che, soprattutto nei primi anni di 
					scuola, il linguaggio naturale ha ricchezza espressiva e 
					potenzialità logica adeguate alle necessità di 
					apprendimento.
 L’insegnante propone fin dall’inizio, sul piano 
					dell’esperienza e della manipolazione concreta, attività 
					ricche di potenzialità logica, quali: classificazioni 
					mediante attributi, inclusioni, seriazioni ecc., 
					introducendo qualche rappresentazione logico-insiemistica 
					(si potranno usare i diagrammi di Eulero-Venn, i grafi, 
					ecc.) impiegata per l’aritmetica, la geometria, per le 
					scienze, per la lingua, ecc. Tuttavia si deve tener presente 
					che la simbolizzazione formale di operazioni 
					logico-insiemistiche non è necessaria, in via preliminare, 
					per l’introduzione degli interi naturali e delle operazioni 
					aritmetiche. Terrà, inoltre, presente che le più elementari 
					questioni di tipo combinatorio forniscono un campo di 
					problemi di forte valenza logica.
 
 Giovanni Campagnolo
 
           
					 
					
 
					
					   
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